sabato 17 settembre 2011
Storie di ordinaria rivoluzione: nessuna notizia dall'Islanda?
Questa l'avevi già sentita?
Qualcuno crede ancora che non vi sia censura al giorno d'oggi?
Allora perchè, se da un lato siamo stati informati su tutto quello
che sta succedendo in Egitto, dall'altro i mass-media non hanno
sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda?
Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al
completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i
cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del
debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e
con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria;
infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera
Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria
Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il
recente collasso economico.
Sicuramente vi starete chiedendo perchè questi eventi non siano stati
resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso
un'altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto
dei cittadini europei prendessero esempio dai "concittadini"
islandesi?
Ecco brevemente la cronologia dei fatti:
2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca
dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende
tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta.
2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento
provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il
Governo - la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) - costringendo
il Paese alle elezioni anticipate. La situazione economica resta
precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento
del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il
pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia
islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di
interesse del 5,5%.
2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran
voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.
2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla
ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le
votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito
stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto
le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e
penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per
diversi banchieri e membri dell'esecutivo. L'Interpol si incarica di
ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati
abbandonano l'Islanda. In questo contesto di crisi, viene eletta
un'Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare
le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l'attuale
Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si
rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25
cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono
presentati alle
votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello
di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di
essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori.
La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e
presenta un progetto chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la
maggiorparte delle "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso
delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il
Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del
Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si
terranno.
Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione
democratica islandese.
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Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione
europei?
Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei
noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali
radiofoniche?
Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo
fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?
SINCERAMENTE NO.
I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia
Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa,
opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della
cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.
Siamo davvero sicuri che non ci sia "censura" o manipolazione nei
mass-media?
Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa romantica
storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri
contatti. Per farlo possiamo usare i mezzi che più ci aggradano: i
"nostalgici" potranno usare il telefono, gli "appassionati" potranno
parlarne davanti a una birra al Bar dello Sport o subito dopo un caffè
al Corso. I più "tecnologicamente avanzati" potranno fare un
copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un
semplice click sui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo
all'articolo, lanciare una salvifica catena di Sant'Antonio su
Facebook, Twitter, Digg o GoogleBuzz. I "guru del web" si sentiranno il
dovere di riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà,
montando un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loro
blog personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.
L'importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare
la manipolazione mediatica dell'informazione ed abbattere così il
castello di carte di questa politica bipartitica, sempre più servile
agli interessi economici delle banche d'affari e delle corporazioni
multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.
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